Messina-San Tommaso, l’insufficienza del metodo

Pubblicato il 20 Gennaio 2020 in Primo Piano

Empirismo e metodo stanno alla base della riflessione sul sapere umano. Per Cartesio l’adozione di un metodo e di regole favorirebbe conoscenze assolute. Un potere della ragione, non accettato, però, dal filosofo inglese John Locke che analizza come i limiti su un determinato pensiero dipendano dalla mancata analisi preventiva della questione.

ASSENZA DI GIOCO – Se chi perde ha sempre torto, chi vince anela ad avere ragione. Sconfitta e vittoria, però, non possono essere banalizzate da un semplice contrasto di opposti e contrari. Il Messina di Karel Zeman (voto 5) piega un piccolissimo San Tommaso in quello che – amaro ripetersi della storia – rappresenta il peggior pomeriggio dello Sciotto 3.0. In un San Filippo silenzioso – nel primo tempo – i giallorossi giocano un calcio al limite del sopportabile: lunghissimi, sfilacciati e con reparti che non sanno comunicare, praticamente, mai. La partita inizia male e si sviluppa peggio, col solo Cafarella (2001 all’esordio da titolare) a provarci finendo per predicare nel deserto. Le scelte di Zeman annientano l’umana pazienza: Cristiani è acciaccato e finisce in panca, Manfrè e De Meio sono bocciati. I promossi, però, sono un Sampietro impresentabile per i ritmi di calcio che Zeman dovrebbe pretendere e un Lavrendi in chiara apnea quando deve correre per sé e per un paio di compagni almeno. Il centrocampo è il vero dramma giallorosso: Buono è evanescente, Sampietro inesistente e quando Lavrendi vede scalare – nella ripresa dopo l’ingresso di Arcidiacono – capitan Crucitti nel trio mediano, tira un lunghissimo sospiro di sollievo. La prestazione generale è inguardabile, anche e soprattutto perché di fronte c’è un San Tommaso grande favorito per l’ultimo posto in classifica.

DRAMMATICAMENTE CRUCITTI – Gli avellinesi sarebbero – sulla carta – l’avversario perfetto nel momento perfetto: la squadra di Liquidato scende in Sicilia per cercare lotta e un punticino. Alla fine – nel paradosso del calcio – si ritrova a giocare la palla più pericolosa con Sabatino fermato da Avella. L’atteggiamento dei biancoverdi favorisce Zeman nell’alzare il livello di tecnica e offensività dei suoi: Sampietro sotto la doccia, con Arcidiacono a ricominciare da dove aveva lasciato e Crucitti che si sposta a centrocampo. Cambia poco, se non una presenza maggiore nella metà campo di un San Tommaso totalmente schiacciato. Rossetti è l’emblema della fumosità con giocate meno che fini a se stesse, calato perfettamente nel nulla giallorosso. Un pizzico di vivacità arriva da De Meio e in parte Manfrè, in quella che è una frazione senza logiche tattiche ma soprattutto senza spunti tecnici se non quelli errati. Nella nebbia di un paio di palloni casuali – da Manfrè a Rossetti passando per lo spintonato Arcidiacono – arriva il sinistro meraviglioso di Crucitti. Drammaticamente presente, vivo e avvilito dall’essere l’unica speranza di questo Messina.

PARADOSSI – Il più brutto Messina casalingo della gestione Zeman è anche quello che interrompe la striscia negativa. Aiutato dalla pochezza del San Tommaso e dalla benevolenza del calcio che premia le rincorse di Crucitti. Il 4-3-3 zemaniano – fin qui – è rimasto un buon proposito bloccato dai limiti della mancata riflessione su rosa e mercato. Tra chi è andato via e chi è arrivato il bilancio resta in rosso, anche se le trattative non sono terminate. Nel suo pomeriggio fatto di parole l’amministratore delegato Paolo Sciotto rilancia: un difensore e un giocatore offensivo, e poi ripescaggio e l’andare avanti contro tutto e tutti. Reazione verbale emotiva – la solita – dopo 45′ di contestazioni: club organizzati che disertano il primo tempo, nel secondo entrano in Curva Sud e intonano un ripetersi di messaggi che hanno un solo destinatario. Torna la contestazione a Pietro Sciotto. Il patto di non belligeranza dovuto alla presenza – una garanzia per i tifosi che per mesi avevano invitato Sciotto ad andarsene – del gruppo Camaro cessa di esistere. Una voce gracchiante rimbomba in Tribuna centrale: sorpresa (ma è solo allusiva) dalla coincidenza tra addio e ritorno delle contestazioni. Prosopopea che torna tronfia protagonista della gestione dei giallorossi, con la gente che sembra aver chiuso il tempo della pazienza. Paolo Sciotto annuncia che il nuovo organigramma verrà ufficializzato a breve, un segno di come si vada avanti pensando già al futuro (???). Ma le parole degli Sciotto, ormai, sembrano piene della vuotezza tipica dell’attesa infinita.

Avella 6,5: quando Sabatino lo chiama in causa lui risponde – come sempre in stagione – presente.

Saverino 6: spinge all’inizio, quando chiama il fraseggio dall’altra parte non risponde nessuno. Da solo può poco.

Bruno 5,5: un pizzico nervoso, ne risente la pulizia in fase di possesso palla.

Ungaro 5: il San Tommaso non attacca mai, la sua partita si accende più quando ci prova sulle palle inattive. In fase di uscita palla è mediocre.

Fragapane 6: primo tempo nebuloso, nella ripresa cresce ma più per presenza che per reale pericolosità.

Buono 4: tecnicamente potrebbe dare molto più degli altri, ma risente molto più degli altri dei problemi ambientali. (dal 20′ s.t. Manfrè 5,5: volenteroso quando entra, ma non basta)

Sampietro 4: lentissimo e scontato. La sua partita dura un tempo di troppo. (dal 1′ s.t. Arcidiacono 6: l’uomo che prova a dare la scossa. Solito nervosismo ma tantissimi palloni giocati)

Lavrendi 5,5: nel primo tempo si accorge delle difficoltà di Sampietro e si accentra troppo finendo, però, col pestarsi i piedi col compagno. Nella ripresa è più coraggioso in regia, ma forza troppe giocate.

Crucitti 6,5: nona rete stagionale, il capitano c’è sempre. Partita a tutto campo, fatta di lotta e tanto sacrificio. Bellissimo il sinistro che vale la vittoria.

Rossetti 5: fumoso, non calcia mai in porta. L’assist per Crucitti diventa tale grazie alla maestria del suo capitano. (dal 43′ s.t. Cristiani sv)

Cafarella 5,5: buon inizio, poi viene travolto dall’apatia della squadra. (dal 20′ s.t. De Meio 6: un paio di affondi decisi, da uno di questi nasce la rete della vittoria)

SAN TOMMASO Landi 5; Colarusso 5, Pagano 6, Mannone 6; Madonna 5, Massaro 5, Castro 4,5 (dal 42′ s.t. Stoia sv), Alleruzzo 6 (dal 34′ s.t. Savarise sv), Lambiase 5; Sabatino 5 (dal 31′ s.t. Moffa sv), Konate 5. All. Liquidato 4

*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale dell’Acr Messina

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