Messina-Sancataldese, l’ultima domenica

Pubblicato il 27 Aprile 2019 in Primo Piano

Uno spareggio che vale una avvilente salvezza, o quasi dato che in realtà il Messina, anche perdendo, avrebbe la possibilità di salvarsi a Rotonda la domenica successiva. Una sfida da giocare a testa alta e senza fare calcoli, il tempo dell’angoscia deve finire.

ESTRANIARSI – Settimana particolare in casa giallorossa: tante parole spese e praticamente nessuna mirata alla gara con la Sancataldese. Le questioni societarie tengono banco, con Rocco Arena a fare il tour istituzionale e l’Acr a ribadire il gradimento per trattative private, e inviate tramite pec. Gioco delle parti stucchevole, soprattutto quello della famiglia Sciotto che insiste nel contraddire se stessa e nel non intraprendere una via unica e coerente. Il tempo delle trattative, positive o negative arriverà, intanto ci sono gli ultimi 180′ minuti di campionato da onorare con l’obiettivo salvezza da vidimare. I giallorossi si sono complicati il finale con la sconfitta di Troina e il pari di Roccella, una vacanza anticipata con testa alla finale di Coppa Italia che la rosa, ora di Infantino, non si è regalata ma che adesso potrebbe arrivare anche solo con un pari. Errato, però, pensare al doppio risultato perché la Sancataldese non pare squadra gestibile in una partita che potrà giocare senza nulla da perdere ma con tutto da guadagnare. La replica della sfida vista con il Giulianova (magari con meno brividi) è una possibilità: Messina che dovrà aggredire e colpire, attendere non servirà se si vorrà evitare di giocare novanta minuti in apnea. Pietro Infantino ha già fatto comprendere che la sua sarà una gestione tatticamente morbida; lui e il gruppo dovranno essere bravi a lasciare fuori dalla porta dello spogliatoio le voci societarie, le precarietà e incazzature varie per raggiungere una salvezza che vada a soddisfare, in primis, l’amor proprio e la professionalità.

STANNO TUTTI BENE – Gruppo compatto a disposizione di Infantino, forse non davvero tutti al meglio ma per una gara da non sbagliare non si può fare caso a qualche acciacco o fastidio. Denti stretti e formazione che andrà il più vicino possibile alla migliore, visto anche il tanto tempo a disposizione prima della sfida col Matelica. Rispetto al pari di Roccella occorre ritrovare riferimenti importanti: Cocimano e Arcidiacono scalpitano, col capitano che squalificato in Coppa vorrà essere almeno protagonista della gara salvezza. Il famoso incastro under farà il resto, con Zappalà che rimane in forse visto il fastidioso stop dovuto a uno stiramento dei muscoli addominali. Probabilmente poco importante l’undici iniziale, perché questo Messina non potrà trovare scuse e dovrà chiudere il conto col campionato nella sfida con la Sancataldese. La speranza, oltre quella del risultato, è di non vedere alcuna festa troppo roboante: i ragazzi meriteranno la giusta liberazione per un obiettivo per il quale stanno lottando senza lesinare energie, Messina non merita però di festeggiare una salvezza in Serie D. Risultato e obiettivo da raggiungere, poi testa alla finale di Coppa per un ultimo sorriso prima di un possibile nuovo mondo.

MESSINA (4-2-3-1) Lourencon; Biondi, Zappalà, Ferrante, Barbera; Amadio, Traditi; Catalano, Cocimano, Arcidiacono; Tedesco. All. Infantino

SANCATALDESE (4-3-3) La Cagnina; Costanzo, Calabrese, Di Marco, Lucarelli; Bruno, Sessa, Di Stefano; Ficarrotta, Gambino, Mosca. All. Alacqua

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