Portici-Messina, il rasoio di Occam

Pubblicato il 25 Marzo 2019 in Primo Piano

Strana vita per questo Messina, anche un buon pari sul campo di una delle migliori squadre del torneo diventa una delusione. Il motivo? Quel blasone appiccicato addosso, come se questa squadra fosse davvero l’erede di un Messina sepolto da tempo.

LA SOLUZIONE PIÙ SEMPLICE – Torna la versione di Coppa dei giallorossi, per Oberdan Biagioni (voto 6,5) non è la giornata giusta per le quattro punte e l’arrembaggio spinto. Buona la lettura del tecnico romano, il Portici infatti è squadra pericolosa e di discreta qualità offensiva. Gli acciacchi vincono su tutto, perché la prova di Zappalà e Ferrante è meno brillante del solito anche, e soprattutto, per le settimane complicate vissute ultimamente. Chiamarsi Messina non è mai bastato, neanche quando con Aliotta presidente e Salerno ds si scalavano categorie: c’era il lavoro serio alla base, non un nome. Troppi ragionamenti non portano mai a nulla, il Messina è semplicemente questo. Non ci sono sottotesti, zone d’ombra o altro: questa rosa è nata tardi, la guida tecnica è più una gestione che un impulso, ingredienti che non possono portare a qualcosa di diverso da quello che la classifica racconta. Senza starci a ragionare troppo. Il pari di Portici è un buon risultato per questo Messina, una formazione che resta dodicesima alle spalle di un Troina con due partite in meno; col paradosso di non impattare gli ennesi neanche con il +2 in arrivo dalla Giustizia Sportiva. L’analisi va fatta partire sempre dai numeri, perché raccontano la realtà di una squadra che non ha il diritto di digerire negativamente un punto su un campo complicato. La speranza di agganciare la zona playoff non è ancora tramontata: la vittoria a tavolino sul CdM dovrebbe arrivare, chiaro l’art. 117 del Noif come è chiaro lo storico di Lorefice, con buona pace della società dei Lo Re che senza il punticino strappato nella stracittadina si avvicinano sempre più alla zona retrocessione (Rotonda con una partita in meno da giocare a Troina). La trasferta di Portici dice che il Messina è vivo: sarebbe stato facile mollare dopo lo svantaggio immediato, ancora più comodo farlo dopo il secondo gol campano a pochi attimi dall’intervallo. I giallorossi restano sul pezzo, nella ripresa si alza troppo l’intensità fisica e il gioco perde di spessore. Marzullo ha la palla della vittoria, un peccato perché il tedesco possiede le capacità per sbattere in rete quella palla. Un rimpianto, fotografia nitida di una stagione che potremmo raccontare come un continuo sliding doors.

Meo 6,5: non mancano mai le pecche nelle sue prestazioni, ma quando deve essere decisivo è sempre presente.

Biondi 5,5: solita partita nel limbo per l’ex Igea Virtus, in fase difensiva soffre mentre quando c’è da spingere resta sui blocchi.

Zappalà 5,5: strana prestazione per lui, distratto e colto troppe volte di sorpresa.

Ferrante 5,5: come per il compagno di reparto sono troppi gli svarioni rispetto al solito, merito anche del tanto movimento degli avversari. (dal 31′ s.t. Ba sv)

Aldrovandi 5,5: troppo timido in ambedue le fasi, occorre una svolta di personalità.

Selvaggio 6,5: vivo e concentrato quando piazza la palla del primo pari, ci mette sempre un’intensità quasi unica in squadra. (dal 23′ s.t. Marzullo 5: si divora la rete della vittoria, deve sfruttare meglio gli spezzoni concessi)

Traditi 5,5: meno brillante delle ultime uscite, il centrocampo a tre lo limita.

Amadio 5,5: buona tecnica, poca concretezza; potrebbe essere molto più utile allo sviluppo della manovra. (dal 13′ s.t. Bossa 6: mette ordine in una mediana troppo elettrica)

Catalano 6: in leggero calo fisico ma continua a regalare giocate preziose, in linea di galleggiamento pure quando non è in giornata.

Cocimano 5,5: si sacrifica tatticamente, Biagioni si affida a lui per l’equilibrio ma è palese che da trequartista è un’altra storia. (dal 40′ s.t. Pirrone sv)

Arcidiacono 7: il gol è il premio per un periodo di sacrifici, non si risparmia mai.

PORTICI Marone 5,5; Boussaada 5,5, Sgambati 5,5, Cretella 5,5, Panico 5,5 (dal 36′ s.t. Salimbè sv); Atteo 6 (dal 30’ p.t. Imbimbo 5,5), Nappo 6, Di Prisco 6 (dal 22′ s.t. Marzano 6); Onda 6,5; Improta 7, D’Angelo 5,5 (dal 5′ s.t. Carrafiello 5,5). All. Chianese 6

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