Messina, alla fiera dell’est

Pubblicato il 9 Luglio 2018 in Primo Piano

Prende forma il secondo Messina dell’era Pietro Sciotto. Scaduto il termine del 30 giugno, e rispedita al mittente l’offerta dell’anonimo gruppo friulano, il patron giallorosso sembra pronto a rilanciare la sua creatura. Gli addii di Giacomo Modica e Francesco Lamazza hanno lasciato strascichi pesanti, la pessima gestione del fine rapporto ha allibito ed allontano una tifoseria ormai dubbiosa. Contestazione pesante e continua quella promessa, tanto che lo stesso Sciotto ha riflettuto più di una notte sulla possibilità di non proseguire. Non sono tanto le questioni di campo a raffreddare il rapporto con la piazza, la rottura arriva per le modalità che da ormai un anno animano le scelte del presidente. Una volta digerite le partenze, cancellata la grottesca conferenza nella quale Giacomo Modica ha deciso, in corsa, di mollare il colpo, adesso è tempo di ricostruire.

NO, COZZA NO – Per mesi al numero uno giallorosso è stato chiesto di chiarire con quale “squadra” societaria affrontare il futuro. Quasi un peccato mortale da parte della stampa, offensivo sarà parso a Sciotto la richiesta di una struttura dirigenziale solida e conosciuta. La voglia di accentrare il potere è tipica di ogni presidente, la capacità di delegare alle persone giuste è invece il pregio di quelli vincenti. Sciotto dimentica gli errori del passato e prova a pianificare con un anticipo maggiore: tre figure tra scrivanie e campo per il suo nuovo Messina. Massimo Bandiera è il nuovo segretario generale, il suo primo compito sarà quello di preparare tutto il necessario per il tentativo (in extremis) di ripescaggio in Serie C. Il successore di Francesco Lamazza, invece, sarà Carmelo Rappoccio: dirigente calabrese, da sempre vicino al presidente Sciotto e nome scontato per il ruolo di ds. La prima scivolata (o inutile provocazione), però, arriva subito con il suggerimento del nome di Ciccio Cozza come possibile tecnico. Il curriculum dell’ex capitano della Reggina parla chiaro, anzi brilla con le promozioni raggiunte con Catanzaro e Sicula Leonzio. Il calcio, però, non è solo mero calcolo ma emozione: il suo colpo di testa e successive mani portate alle orecchie in un Messina-Reggina dei tempi della Serie A non possono essere cancellati, non può essere archiviata la rivalità, la distanza di passione e gli anni di scontri sul campo e verbali. Non sarà comunque Cozza il nuovo tecnico, anche perché per Sciotto il primo nome sul taccuino è, da mesi, quello di Peppe Raffaele. L’ex Igea Virtus piace per carattere e gusti tattici, non di meno per la capacità di far rendere al massimo un gruppo indipendentemente dal costo dei singoli calciatori. Non ancora ufficiale il suo ingaggio, trattativa però calda e che dovrà far rivedere le strategie al ds Rappoccio. Ultimo nome è quello di Gianfranco Laganà: sarà lui il nuovo team manager, volto noto nel mondo del calcio messinese, già tecnico con poca fortuna nel settore giovanile del Fc Messina di Pietro Franza.

AMBIZIONE – C’è da perfezionare la domanda di iscrizione alla prossima Serie D: 13 luglio è la deadline che Sciotto non mancherà. Nel frattempo è iniziato il dialogo con le istituzioni, passo in avanti rispetto alla scorsa stagione. Il sindaco De Luca avrà studiato la storia del calcio messinese e corretto il tiro, evidente lo scivolone nel chiedere conto a Sciotto dell’ultimo triennio finanziario, il suo Acr esiste solo dallo scorso agosto. Ripassata la storia si pensa al presente, anche se lo spazio per il polveroso amarcord regna sovrano: ancora lo stadio Celeste al centro dei sogni sciottiani, una struttura in decadimento vista però come panacea di tutti i mali dal presidente giallorosso. Celeste o San Filippo, però, la sensazione è quella che l’emorragia di tifo verrà arrestata solo da una programmazione seria e non dal luogo in cui far rotolare il pallone. Sulla gestione degli stadi gli incontri saranno molteplici, la vicenda Celeste animerà la prima parte. Mercoledì il giorno dell’iscrizione, operazione scontata ma che sarà propedeutica per l’attacco alla graduatoria dei ripescaggi. Inelegante Sciotto nel sottolineare come il mancato raggiungimento dei playoff abbia rallentato i tempi, il lavoro ed i risultati di Modica e Lamazza restano di alto spessore sopratutto visto il livello della squadra ereditata. Cammino complicato quello verso la C: oltre alla corposa parte economica, servirà capire se e quanti saranno i posti disponibili in terza serie. I rumors delle settimane scorse parlano di diverse società in difficoltà: Reggiana, Fidelis Andria e Trapani per fare qualche nome, il termine per le iscrizioni dirà una verità già nota per alcune di esse. Da chiarire ancora l’ingresso delle formazioni B della big di Serie A. Senza ripescaggio saranno ancora Dilettanti, un campionato da azzannare in maniera diversa rispetto alla scorsa stagione. Il binomio Rappoccio-Cozza avrebbe aperto le porte a profili vicini al tecnico cosentino. Difficile che i suoi fedelissimi sposino il progetto convinti dal solo ds ex Hinterreggio e Palmese, anche se il bacino da cui potrebbe pescare Rappoccio non dovrebbe discostarsi molto da calciatori già visti tra Reggio Calabria e provincia, Misale docet.

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